Spallanzani e Montanari, nuovi ruoli per rilanciare Casalgrande

Si tratta di notizie che erano nell’aria già da un po’ di tempo, ma ora è giunta l’ufficialità; Paolo Spallanzani è il nuovo allenatore della squadra di A1 maschile, mentre Luca Montanari dirigerà nella prossima stagione la compagine di A2 femminile targata Casalgrande Padana.

Stiamo ovviamente parlando del Gs Spallanzani Casalgrande di pallamano, che con una nota ufficiale ha inoltre ribadito l’incarico a Fabrizio Fiumicelli come responsabile del Progetto Giovani; lo staff tecnico del vivaio sarà composto anche da Cristian Catellani, Elisa Manzini, Giorgia Di Fazzio e probabilmente anche Marco Braglia. Montanari, che nella scorsa annata era il timoniere della Camo-Tek Mak di A1, guiderà anche l’U20 maschile.

Paolo Spallanzani, cosa ti ha indotto ad accettare l’incarico di allenare l’A1?
«Dopo la decisione societaria di spostare Luca Montanari in A2 femminile, la dirigenza si era prefissa il compito di individuare una figura del posto, che conoscesse bene la realtà dell’organico di A1 maschile. Io sono arcetano, ma del Casalgrande maschile sono già stato giocatore, allenatore (cinque anni fa) e lo scorso anno direttore sportivo. Di conseguenza ci si è orientati su di me, e ne sono molto felice; è una sfida che mi appresto a intraprendere con forti stimoli».

Come si presenterà la compagine che dirigerai?
«L’organico sarà simile a quello del 2010/2011: tutti riconfermati, e possiamo pure ufficializzare che Enrico Mammi rimarrà con noi. Continuerà inoltre l’innesto in prima squadra dei giovani Under 20; questi ultimi saranno ancora allenati da Montanari, in segno di continuità con l’ottimo lavoro da lui svolto nella passata stagione».

Gli obiettivi? Da Rubiera, il prof. Facchini pensa che voi siate pronti per il vertice…
«Meglio volare basso, e pensare in primo luogo a due cose: la salvezza e la crescita dei giovani. Quanto a Rubiera, ritengo che i rossoblu siano al momento indecifrabili; è un team nuovo che può essere una clamorosa sorpresa, tanto in positivo come mi auguro quanto in negativo».

Che tipo di coach sarai?
«Io punto principalmente a trasmettere il valore dell’unità del gruppo e dell’attaccamento ai colori, aspetti a cui la società tiene particolarmente. Non voglio essere un “sergente di ferro”; sono convinto che il gruppo debba dialogare e parlarsi, per progredire e risolvere insieme eventuali problemi che possono nascere».

di Nicolò Rinaldi
da “Il Giornale di Reggio”
[foto: Nicolò Rinaldi]

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