AM | Michael Gufler chiude la carriera: “Un anno prima del previsto”

1988 reti in 541 presenze di una carriera durata dal 1996 al 2017. 133 reti nel Merano di Serie B e C fra il 1996 ed il 1999, 1131 con il Merano di Serie A dal 1999 al 2017 e 711 con il Bolzano nelle 5 stagioni giocate in biancorosso. 13 reti in 11 presenze con la maglia della Nazionale.

8 titoli vinti in carriera: 3 scudetti (Merano 2005, Bolzano 2012 e 2013), 3 Coppe Italia (Merano 2004, Bolzano 2012 e 2013) e due Supercoppe italiane (Merano 2005 e Bolzano 2012).

Questo è Michael Gufler è il penultimo giocatore del Merano Campione d’Italia 2005 ad appendere le scarpette al chiodo. A quasi 39 anni la sua carriera si chiude. “Volevo giocare ancora un anno per aiutare il Merano – commenta Gufler – ma in un colloquio il direttore sportivo Peter Raffeiner mi ha comunicato di aver pianificato il futuro della squadra da quest’anno senza di me”. Ma “Gufo” – come lo chiamano tutti – smette senza polemica. “Prima o poi doveva accadere, è solo successo un anno prima del previsto. Mi sono goduto l’estate con la mia famiglia”.

“A livello sportivo non abbiamo nulla da rimproverare a Michael Gufler – commenta il DS Raffeiner – Nella sua posizione è uno dei tre migliori in Italia. Merano potrà contare ora sui giovani: Fabian Rottensteiner, Max Prantner e Stefan Stecher raccolgono una pesante eredità.”

Gufler è stato per 20 anni una sicurezza sull’ala destra. Quasi 2000 gol in carriera: la maggior parte per l’SC Meran con cui ha giocato 13 anni, spesso partendo dalla panchina come secondo di Jürgen Prantner. Ha debuttato il 20 novembre 1999 in Serie A contro Conversano dopo aver iniziato la carriera in prima squadra nel 1996 in Serie C con un intermezzo di 3 stagioni a Bolzano recentemente.

Il ricordo più bello? “Sicuramente lo scudetto con Merano del 2005, anche se è passato molto tempo. Vincerlo a Trieste è stato qualcosa di speciale. Ci sono voluti giorni per smettere di festeggiare”.

I ricordi più amari? “Qualche sconfitta a Conversano o Fasano per via di alcune decisioni arbitrali… Anche le sconfitte contro i cugini del Bressanone mi hanno sempre fatto male. Ci sono state tante partite storte ma a conti fatti i ricordi positivi superano quelli negativi”.

Il gol più importante della carriera? “Non so se sia stato il più importante ma ricordo che una volta in casa contro Conversano ho segnato il 32-32 a tempo scaduto proprio nel momento in cui subii un brutto fallo da Sandro Fusina: mi hanno portato in ospedale.”

Nella su lunga carriera Gufler ha giocato contro molti buoni giocatori e squadre. “Il Prato di Milan Stankovic e Zaim Kobilica era fortissimo, poi ricordo Kiel, Ademar Leon e Granollers in Champions League dove abbiamo anche vinto.” Il tuo compagno più forte? “Naturalmente Valeri Gopin, ma anche Jovan Kovacevic o Alexey Popov erano giocatori di spessore.”

Che portieri hai temuto maggiormente? “Armin Micheler e Vito Fovio, due portieri completamente diversi. Con Armin ci conoscevamo benissimo a vicenda, con Vito è sempre e comunque dura segnare. Negli ultimi anni ricordo le lotte con Valerio Sampaolo.”

Forse la chiamata di un club potrebbe persuaderlo, cosicché l’obiettivo di andare avanti ancora un anno possa compiersi.

di Stefan Peer
(fonte: Dolomiten)

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