La Serie A maschile perde un altro pezzo da novanta: Matteo Pettinari. Per motivi di studio e di lavoro il portierone in forza lo scorso anno al Ferrara ha deciso, ormai da qualche mese, di trasferirsi in Danimarca. Questo il suo messaggio di saluto alla pallamano italiana:
“Motivo principale di questa lettera è la mia partenza per Copenaghen e quindi il mio saluto alla pallamano italiana. Prima di andare volevo ringraziare tutti quelli che mi hanno permesso di vivere GRANDI EMOZIONI nei campi da gioco ma soprattutto fuori. Queste sono infatti le ricchezze che la pallamano mi ha dato e che porterò sempre con me. Il mio percorso pallamanistico è iniziato a Cingoli dove la passione di un giovane Professore (Alberto) mi ha avvicinato a questo stupendo sport. Il suo entusiasmo era coinvolgente, io avevo circa 10 anni e da lì non ho più smesso di giocare a pallamano. A 18 anni, per motivi universitari e NON, mi sono spostato a Bologna dove ho conosciuto e vissuto un nuovo mondo. Mi ero proiettato in una realtà completamente diversa ed ho cominciato a giocare e vivere una pallamano fatta di sacrifici, fatica e grande crescita. Crescita sportiva ma sopratutto personale che mi ha permesso di diventare quello che sono. Beppe (Tedesco, ndr) è stato fondamentale in tutto questo; lui è stato il primo ad aver creduto in me.
Purtroppo, come tutte le belle storie, vi è sempre un inizio ed una fine; così dopo 13 anni pieni di alti e bassi, trascorsi alla corte del Bologna ho intrapreso un nuovo percorso: sono stato convinto ad andare a giocare a Ferrara. Non posso nascondere che ero piuttosto scettico prima di iniziare ma mi sono sentito subito a casa. Tutti e dico tutti mi hanno accolto con grande entusiasmo e sin dal primo giorno mi sono sentito parte del gruppo. Ricordo la cena con i tortelloni di zucca coronata al buskersgarden da una birra (forse più di una devo ammetterlo) e tante risate. Questo è stato l’inizio fuori dal campo ma la prima partita ufficiale non è stata da meno. La stagione 2011/2102 era iniziata con la Coppa Italia la quale prevedeva l’esordio contro il Trieste. In campo quel giorno ho visto una squadra senza paura che giocava con il cuore.
Il risultato della partita per tutti è stato memorabile e da lì ho capito quali erano le nostre reali potenzialità. La stagione infatti ci ha visti da protagonisti per gran parte del campionato; solamente la giovane età della squadra ha condizionato il rendimento nella parte finale della stessa. Entusiasta di quanto mostrato in campo dalla squadra ho voluto subito rinnovare il contratto per la stagione appena conclusa. A causa delle notevoli difficoltà economiche delle società di pallamano, la formula del campionato era stata stravolta e ci siamo trovati in un girone di ferro. Tutti ci davano per spacciati e per rendere il tutto ancora più stuzzicante si sono aggiunte le difficoltà relative all’impossibilità di giocare ed allenarsi per metà stagione al nostro palazzetto causa terremoto. Forse non tutte le cose vengono per nuocere infatti proprio per la prima metà della stagione siamo stati determinati, concentrati ed agguerriti in campo tanto da raggiungere momentaneamente il terzo posto dietro Bolzano e Pressano.
Ricordo con entusiasmo tante partite. La prima vittoria della stagione è giunta a Bologna contro il Merano con un rigore all’ultimo secondo realizzato da Momo (Sacco Jr) dopo una partita alquanto rocambolesca. Abbiamo sfiorato l’impresa a Bressanone dopo aver battuto nuovamente Trieste in casa. Anche Pressano ne ha viste di tutti i colori per la prima metà della partita del girone di andata. Nella seconda metà della stagione, cullandoci di quanto fatto, abbiamo ceduto in alcuni momenti mentalmente affrontando con scarsa cattiveria le avversarie, sulla carta, più deboli. In ogni modo abbiamo chiuso al quarto posto, disputando un campionato incredibile. Se dal lato agonistico e del gioco le cose quindi sono andate alla grande direi che lo sono andate ancora di più dal punto di vista dei rapporti umani. Ho conosciuto persone stupende con le quali ho condiviso non solo magici momenti di sport, ma serate uniche accompagnate da mangiate indimenticabili. Come non ricordare le tigellate preparate direttamente dal Presidente (Annalena), le grigliate cucinate con cura dal General Manager (Bove) e la sfogliata al cioccolato che il mio compagno di ruolo ordinava per questi eventi (Furia).
Tutto questo non solo mi mancherà ma ho l’acquolina in bocca al solo pensiero. Grazie di cuore a tutti e con questa lettera non posso che cogliere l’occasione per fare un in bocca al lupo a tutto il gruppo dell’Estense per una stagione unica ricca di gioie e soddisfazioni. In bocca al lupo al nuovo coach ed ai nuovi arrivati. Un abbraccio grandissimo a tutti i compagni e dirigenti che continueranno ad onorare questa maglia. Vi aspetto a Copenhagen!”
Matteo Pettinari
Ragazzoni ( Piero Pelù ) questi sono gli esempi da seguire, appena potete tagliate la corda.
Lui taglia la corda perche’ ingegnere mica pettina bambole
Un grande abbraccio Matteo è stato un piacere giocare con te ,grande persona dentro e fuori dal campo,in bocca al lupo per tutto.
In bocca al lupo Teo! Tanti meriti per il bravo ragazzo umile e volenteroso quale sei sempre stato e tanti meriti anche alla tua splendida famiglia che ti ha sempre dato la fiducia che anche questa volta hai meritato. Noi ti aspettiamo sempre anche solo per una birretta e una pizza.
Grazie Pet , per le emozioni in campo e la simpatia fuori! In bocca al lupo per il tuo soggiorno danese!
Al giorno d’ oggi con quello che c’è in giro anche a fare il bagnino di piscina un giovane deve trovare un modo di vivere sicuro e dignitoso. Meglio se hai un titolo di studio. L ‘ importante è darsela a gambe non ci piove
Ma qualche sapientone puo’spiegare perche’ Pettinari non si e’ visto molte volte in nazionale negli anni passati?
Troppa concorrenza con i vari Pippo Fovio e di Marcello?
Forse Pettinari avra’rifiutato la convocazione per motivi di lavoro?
Forse non era raccomandato?
Oppure ??
ha rinunciato lui per motivi di lavoro
Oppure amerkano hai perso un altra occasione per tacere
Strana la vita, quando uno capisce pallamano e poi vien fuori che è pure istruito usa come paragone il Trieste.
Un grandissimo in bocca lupo matte, sei una grandissima persona, un amico. E un portierone. E stato bellissimo condividere con te due anni spattacolari a bologna !! Un grande abbraccio x te e silvia
Gino stai tranquillo, critica meno e rimani nel tuo orticello.
grazie.
amerikano ..lo sei o ci fai ?…
Gino…chiediamoci perchè una volta nel mondo del lavoro nessuno più trova il tempo per la pallamano d’alti livelli. Secondo te al Pet non sarebbe piaciuto vestire la maglia azzurra? non l’avrebbe meritata? invece di far così cogli sempre la palla al balzo per difendere l’indifendibile.
non occorre chiedere, mio caro genietto ..se uno studia e fa l’ingegnere ( a parte il livello di pallamano) non gioca pallamano…..se invece gioca a calcio non diventa ingegnere ….dunque non occorre chiedere a pettinari se desiderava la maglia azzurra….e quel tristissimo amerikano poteva evitare di chiedere se non era raccomandato….
Dunque caro genietto dimmi tu cosa difendo? cos’è indifendibile ? uno che studia ingegneria e non va in nazionale?
ma io non devo spiegare proprio niente. Se parli così vuol dire che non conosci proprio l’ambiente e parli per partito preso. Se invece è come penso…beh…inutile che sprechi fiato…
Non è solo un problema di tempo, ma di voglia di fare dei sacrifici, e tanti. Negli anni 90 e 2000 credete che non siano stati fatti anche dai “gregari”?
Matteo è molto sveglio e intelligente, forse se una società seria avesse trovato a lui un posto di lavoro adatto alle sue aspettative non sarebbe partito. Ma siamo qui a discutere se è nato prima l’uovo o la gallina, perchè questi agganci il mondo della pallamano non li ha!
Grazie a tutti per le parole scritte a mio riguardo. Grazie Juan, Leo, MrPallonetto etc.. Crepi il lupo!!!
PS: (per chi non mi conoscesse abbastanza) mi sono laureato in ingegneria nel giugno 2007 e da li a poco ho iniziato a lavorare. Pochi mesi prima avevo giocato la mia prima finale scudetto contro il Casarano. Studiare ingegneria (o qualsiasi altra cosa) e giocare in nazionale sono perfettamente compatibili. I problemi arrivano dopo la laurea quando devi scontrarti con il mondo del lavoro in italia; dove a nessuno interessa se hai giocato per la nazionale di pallmano. Per loro tu hai perso tempo! Perche’ se ti laurei a 30 anni o a 26 non e’ la stessa cosa. Il mondo del lavoro oggi in italia pensa solamente a pagarti il meno possibile (quindi devi essere giovane) per sfruttarti al massimo. Nessun riconoscimento in nessun concorso pubblico viene dato ha chi ha giocato a livello nazionale ed internazionale piuttosto si premia chi ha fatto il corso di scurezza del lavoro (online magari) o di certificazione energetica (pagando logicamente). Una cosa di certo posso dirla, i miei sacrifici scolasti mi stanno ancora ripagando e mi permettono di guardare avanti. Quelli sportivi, oltre ad avermi dato grandi soddisfazioni ed amicizie, hanno contribuito a formarmi come persona ma di questo a nessuno nel mondo lavorativo italiano interessa.
Un saluto a tutti.
Matteo