Marco Lo Duca: “Voglio tornare a misurarmi con la massima serie”

I 40 anni compiuti da Marco Lo Duca rappresentano per la Pallamano Trieste un momento di festa. Per celebrare un giocatore che dal 1977, eccezion fatta per la stagione ’90-91 in cui ha giocato per le Forze Armate Roma, veste con orgoglio i colori di una società con cui ha vissuto i momenti felici degli scudetti e le amarezze delle ultime stagioni.

Un cuore biancorosso che continua a pulsare e anche in questa stagione sta trascinando la squadra al ritorno in A d’Elite.

Cosa significano 33 anni nella Pallamano Trieste?
Tutto. Sin da piccolo questa società è stata per me un riferimento quotidiano. Sono cresciuto a Chiarbola prima da spettatore poi da protagonista sul campo. Con la consapevolezza di vestire una maglia importante e la responsabilità che questo comporta.

Più le soddisfazioni o le rinunce in questa lunga storia d’amore?
Coniugare le esigenze della squadra a quelle della famiglia non è stato e non è facile. Giacomo ha quasi 7 anni, Pietro ne ha 3 e tra il lavoro e gli allenamenti me li sto godendo poco. Ma sono sacrifici che devi mettere in conto quando intraprendi lo sport ad alto livello. Eppure il ritiro sembra ancora lontano… L’idea condivisa con mia moglie Donatella è di giocare ancora per una stagione se dovessimo centrare l’Elite. So che lasciare con una promozione sarebbe forse più giusto ma ho troppa voglia di tornare nella pallamano di vertice.

Il momento più felice?
Ho avuto la fortuna di viverne tanti: se devo scegliere, la vittoria che a Bressanone ci ha riportati in A1 dopo l’autoretrocessione in A2 per problemi economici. Una rinascita dopo essere scivolati all’inferno.

Il giocatore italiano più forte con cui ha giocato?
Difficile fare un nome solo. Tarafino e Fusina tra i non triestini, poi Mestriner e Pastorelli. Senza dimenticare il mito Pischianz e tre maestri di vita come Oveglia, Schina e Bozzola. E mi scuso con i tanti campioni che ho dimenticato.

Tra gli stranieri?
Scelta dura. Dico Strbac, Novokmet e Ivandija.

Come sarà il futuro del club?
Ero scettico tempo fa, poi lo sviluppo del settore giovanile e l’arrivo in prima squadra di Oveglia, Anici, Pernic e Postogna mi ha fatto cambiare idea. Sono la punta di un iceberg che in futuro può regalarci tante soddisfazioni.

Magari con Marco Lo Duca presidente?
Mi piacerebbe. Ma al Prof poi chi glielo dice?

di Lorenzo Gatto
[tratto da Il Piccolo – Foto: PallamanoTrieste.it]

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6 Comments

  1. passatore said:

    Ricordate a Lo duca il calcione rifilato al portiere del conversano Percevic finale coppa italia con coppia arbitri masi e dipiero che non si sa che fine abbiano fatto dopo quella invisione e rissa!!

  2. Linomito said:

    Te lo dico io: nel 1995 sono stati i primi (e finora unici) arbitri italiani ad essere designati per i Campionati del Mondo maschili. Poi qualche anno dopo hanno arbitrato la Supercoppa per club femminili. E sciacquati la bocca quando parli dei più grandi arbitri italiani di tutti i tempi. Piuttosto ci sarebbe da chiedersi come mai nessuno dei due faccia più il commissario speciale, dato che avevamo un patrimonio del genere. Per la cronaca Giampiero Masi oggi è l’assistente del segretario generale della Federazione Motociclismo, Piero Di Piero l’ho perso di vista.

  3. caselli said:

    erano molto preparati, onesti e incorruttibili… e non sono in FIGH…

  4. caselli said:

    e cmq tanto di cappello a persone come Marco Lo Duca…

  5. HandballMania said:

    Forza Pallamano Trieste!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ma il problema è: troveranno i soldi visto che son già 2 anni che vincono ma non si muovono????

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