Quando i vichinghi giocano a pallamano

OlafurStefanson3Com’è ormai noto da qualche settimana, i campioni d’Italia dell’SSV Bozen dovranno affrontare, nel primo turno di EHF Cup, la compagine islandese dell’Haukar. Ne approfittiamo dunque per compiere un breve excursus nella Terra dei Ghiacci, dove la pallamano gode di grande popolarità ed è stata in grado di dare non poche soddisfazioni anche a livello internazionale ai suoi abitanti.

L’Haukar -campione nazionale in carica- proviene, come la maggior parte delle altre squadre iscritte alla prima divisione (l’Olís deildin) dall’area circostante la capitale Reykjavík. Il record per il maggior numero di titoli conquistati spetta però ad un altro team, il Valur, capace di imporsi sugli avversari per ben ventidue volte.

Pur non trattandosi di un campionato particolarmente competitivo, attualmente classificato dall’EHF al trentaquattresimo posto del suo ranking, l’Olís deildin ha costituito tuttavia un grande trampolino di lancio per moltissimi giocatori in seguito entrati a far parte di club europei molto prestigiosi: per fare un esempio, dei diciassette convocati a far parte della nazionale islandese che ha preso parte agli ultimi mondiali in Qatar, soltanto due giocano attualmente in patria, con la maggior parte dei restanti elementi (sette) impegnati in Handball-Bundesliga. Il capitano, Guðjón Valur Sigurðsson, milita nel Barcellona, e detiene anche il record per il maggior numero di goals realizzati vestendo i colori del suo Paese (1660). Ed indovinate da dove provengono gli allenatori della nazionale tedesca, del THW Kiel (campione di Bundesliga in carica e detentore della Supercoppa), dell’SC Magdeburg e dei Füchse Berlin? Tutti dall’Islanda, naturalmente.

iceland_valurAd eccezione di due mancate partecipazioni occorse nel 1999 e nel 2009, gli Islandesi hanno preso parte a tutte le ultime edizioni dei mondiali di pallamano dal 1986 ad oggi, raggiungendo per due volte i quarti di finale ed ospitandoli nel 1995; è andata meglio agli Europei austriaci del 2010, dove è arrivato il primo bronzo. E’ in ambito olimpico, però, che recentemente l’Islanda ha dato il meglio di sé, arrivando seconda a Pechino nel 2008 (mai una nazione così piccola era in precedenza riuscita a conquistare un argento olimpico in assoluto) alle spalle della Francia, e venendo eliminata ai quarti di finale dall’Ungheria quattro anni dopo al termine di un entusiasmante match che, comunque, arrivava dopo aver terminato la fase a gironi imbattuta (e sconfiggendo gli stessi francesi, rivelatisi poi i vincitori del torneo).

Proprio nel corso delle Olimpiadi di Londra la rivista “Time” dedicò un lungo articolo alla passione che questo piccolo Paese nutre verso la pallamano, con un’intervista all’allora presidente Olafur Ragnar Grimsson; tra le altre cose, quest’ultimo affermò allora che l’argento del 2008 era giunto in un momento cruciale per sollevare il morale degli islandesi, nel bel mezzo della durissima crisi economica scoppiata proprio in quei giorni, oltre a definire l’”handbolti” (questo il nome della pallamano in lingua islandese) qualcosa che per noi è divenuto più di uno sport, è il nucleo del nostro spirito nazionale. Una dichiarazione piuttosto importante.

di Marco Meneghetti

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