AM | DUE MINUTI A… Salvatore Onelli: “Stagione di crescita, siamo soddisfatti”

Onelli Gaeta riceve pallaAlfiere dello Sporting Club Gaeta e, in generale, della pallamano italiana, Salvatore Onelli ha vissuto i momenti d’oro del 40X20: l’esperienza con Lino Cervar, i successi di club, le soddisfazioni allenando i giovani. Ora ricopre il doppio ruolo di allenatore-giocatore, con l’obiettivo dichiarato di far crescere le giovani leve.

Il successo contro Team Handball Alcamo rappresenta ossigeno puro, per voi. La salvezza è ormai cosa fatta: siete soddisfatti della stagione?

“Direi di sì! Il nostro obiettivo era disputare un campionato “tranquillo” e far crescere ancora il gruppo di Under 20, che rappresenta i sei settimi della squadra titolare e che parteciperà alle finali nazionali. Tutto ciò è stato raggiunto, nonostante avessimo dovuto rinunciare, per infortuni e motivi lavorativi, già a tre titolari, nei primi mesi, e ad altri due strada facendo. Nel complesso un buon risultato, che tuttavia avrebbe potuto essere ancora più soddisfacente se avessimo portato a casa due partite vinte ad un minuto dalla fine: mi riferisco ai match di Siracusa, in casa, e di Ancona, in trasferta”.

A Gaeta ricopri il duplice ruolo di allenatore-giocatore. Sembra una sfida: in quale momento della partita l’allenatore capisce che deve “trasformarsi” in giocatore?

“Ricopro questo ruolo ormai da sei anni e, con il trascorrere del tempo, ho diminuito il mio minutaggio in campo. In particolare, nel corso dell’attuale stagione ho smesso subito a causa di un infortunio, a cui ho rimediato con un intervento chirurgico, proprio la scorsa settimana. Avendo allenato negli ultimi anni squadre composte da giovani, mi vedevo scendere in campo, seppure per pochi minuti, nel tentativo di superare un momento di confusione e per concedere spazio a chi ne aveva bisogno. Ho imparato, però, che meno si sta in campo e meglio è: a volte è più facile portare la squadra al successo fuori dal campo, anziché dentro”.

Sei uno degli unici pallamanisti della “mitica” Italia ancora in attività. Quali sono i tuoi ricordi più belli?

“I ricordi più belli sono legati alla preparazione degli Europei del ‘98, alla vittoria sulla Jugoslavia, al Trofeo Italia di Palermo e al successo, a pochi passi da casa mia, contro la Polonia. Ma è tutto il periodo gestionale di Lino Cervar a rimanere indimenticabile”.

Le tue impressioni sulla Nazionale maggiore e sulle giovani leve, impegnate nelle Rappresentative Federali d’Area?

“I presupposti per una buona Nazionale ci sono tutti. Inoltre mi hanno stupito i giovani, come Moretti, con i quali bisogna continuare a lavorare intensamente. Mi auguro possano tornare a fare parte del gruppo anche Marrochi e Volpi che, insieme a Sporcic e agli altri, possono dare una speranza di qualificazione. Purtroppo non sono riuscito a seguire molto le Rappresentative di Area, benché le consideri una valida iniziativa. Ai miei tempi c’era il Trofeo delle Regioni, che rappresentava un momento di aggregazione ma anche di grande esperienza di vita, un bagaglio di ricordi che tutti i ragazzi di allora porteranno con sé per sempre”.

Com’è il tuo rapporto con i giovani? Raccontaci dei progetti giovanili della tua società…

“Ho un ottimo rapporto con tutti i miei ragazzi. La schiettezza è il principio che insegno loro e che, piano piano, stanno traducendo in pratica. Sono in grado di darti molte soddisfazioni ma non bisogna mai caricarli di troppe responsabilità, in quanto, a 19 anni, potrebbe essere controproducente. Mi rispecchio nelle parole di un politico islandese, il quale sosteneva, dopo aver superato la crisi economica del 2008-2011, che siamo fortunati ad attraversare un momento di crisi”.

Perché?

“Paradossalmente infatti la crisi rappresenta una grande opportunità di crescita e noi ne siamo l’esempio: proprio quando i fondi erano terminati, lo Sporting Club Gaeta è ripartito da zero ed ha iniziato a lavorare sui giovani. Ora sta raccogliendo i frutti: continua a far conoscere la pallamano nelle scuole e ad avvicinare i ragazzi al nostro sport. Purtroppo viviamo in una zona carente di strutture e questo rende tutto più difficile. Giochiamo fuori sede e ci alleniamo solo quando il clima lo permette, in quanto la pioggia filtra nel campo e lo rende impraticabile. Finalmente il prossimo anno inizieranno i lavori per il nuovo palazzetto e, a quel punto, credo che arriverà davvero una svolta per la nostra gloriosa società”.

6) Il tuo saluto a “Pallamano Italia”…

“Un abbraccio a tutti voi, continuate a diffondere il nostro verbo!”.

di Francesco Servadio

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