Capitolo “naturalizzazioni”: PallamanoItalia ne parla con Maurizio Dibitonto

A due giorni dalla onorevole sconfitta dell’Italia, al Pala Chiarbola di Trieste, contro i colossi della Russia, è tornato quasi “di moda” il discorso legato alle naturalizzazioni di atleti stranieri, convocabili nella nostra Nazionale.

A svegliare il dibattito, sono arrivate in settimana anche le dichiarazioni del tecnico azzurro Equisoain, dettosi favorevole alla convocazioni di elementi oriundi:

A breve termine certamente sì, sono favorevole” – ha detto Zupo – “Se questi giocatori hanno un ottimo livello ed una eccellente qualità saranno molto utili ed importanti per l’Italia. In questo modo si aumenta la competitività generale della squadra e si possono ottenere buoni risultati”.

Il campionato italiano offre diverse possibilità in quanto ad atleti stranieri, ma convocabili e quindi potenziali giocatori della Nazionale italiana.

Si va da Garçia, portiere dell’Albatro Siracusa, a Pablo Marrochi, pivot dell’Indeco Conversano. Ma proprio nelle fila della capolista della Serie A Elite, quest’anno sono arrivati tre atleti di nazionalità cubana – Corzo Gomez, Capote e Pavan – tutti possibili azzurri in futuro.

Quello dei tre per il quale la Nazionale italiana potrebbe essere più vicina risponde al nome di Guilermo Corzo Gomez, centrale che tanto sta facendo bene con la maglia del Conversano, al fianco del compagno di reparto Filiberto Kokuca.
Il giocatore, 29 anni il prossimo 12 Ottobre, ha preso moglie qui in Italia, inoltrando le pratiche per l’acquisizione della cittadinanza italiana.

Eppure, in FIGH nessuno sembra aver fatto passi avanti nei confronti del giocatore, per poter usufruire delle sue prestazioni alla corte di Zupo. Della situazione legata alla cittadinanza di Corzo Gomez, PallamanoItalia ne ha parlato con il suo procuratore, Maurizio Dibitonto.

PALLAMANOITALIA: Ciao Maurizio. In quanto procuratore di Corzo Gomez, centrale dell’Indeco Conversano e possibile prossimo cittadino italiano, ti chiediamo se la FIGH si è mai interessata al giocatore?
MAURIZIO DIBITONTO: Non mi risulta. Nessuno si è mai interessato, con me, della possibile naturalizzazione di questo atleta, nessuno mi ha mai contattato. Tempo fa feci, in modo informale, i nomi di Marrochi e di Gaeta, senza ricevere nessuna risposta.  Beppe Tedesco, da CT della Nazionale, mi chiamò, ma non ebbe tempo per creare un corso e, ultimamente,  ho avuto un breve  colloquio  con Angelo  Dicarolo.  Ma su Corzo , aldilà di  qualche complimento, non c’è stata nessuna richiesta.
Di converso,  mi è stato riferito da un mancino francese;  l’attuale selezionatore ha allertato diversi procuratori  stranieri, alla ricerca di atleti interessati a giocare  nella nostra nazionale. Spero che, in futuro, potrà esserci  collaborazione:  credo che sia necessario il contributo di tutti.

P: Perchè questo disinteressamento? Questo genere di operazioni comportano costi eccessivi?
D: Non è mai stato quantificato nulla, quindi è impossibile scartare eventuali soluzioni a prescindere:  semplicemente, non si è mai stati a conoscenza delle richieste  della controparte. Quindi, ripeto, nessuno ha mai fatto una proposta, interessandosi ad uno di questi giocatori o ai tanti altri che conosco in giro nel mondo.
Secondo me, invece, bisognerebbe allargare la base dei possibili convocati in Nazionale, creando un gruppo nutrito di  azzurrabili, da monitorare in raduni mensili e dal quale poter selezionare  per le partite ufficiali, di volta in volta, i migliori ed i più in forma.
Due o tre persone, in squadre come quella italiana, possono cambiare il volto dell’organico, ma i problemi strutturali rimarrebbero irrisolti. Per diverso tempo dovremo seguire l’esempio di selezioni anche molto più forti di noi, che schierano, senza problemi, giocatori naturalizzati.
A mio parere la Nazionale dovrebbe avere delle regole ben precise: i giocatori convocati devono necessariamente giocare nella massima serie, perché non è assolutamente allenante giocare in Serie A1 né, tantomeno, in A2. Nonostante la loro indubbia utilità, ritengo che i naturalizzabili o oriundi possono risolvere solo parzialmente i  nostri problemi, perché ci servono molte altre cose come, oltre ad una base larga di selezionabili, la possibilità di fare molti raduni e molte amichevoli internazionali, gratifiche economiche “robuste” per chi va in Nazionale, l’obbligo  i giovani interessanti a giocare in Elite o, meglio, all’estero, ecc.

P: Tornando prettamente a Corzo Gomez, lui sarebbe interessato a vestire la maglia azzurra?
D: Certo, la ritengo una cosa possibile.  Per la convocazione di Corzo è importante  chiarire le condizioni ed far intravedere al ragazzo  prospettive allettanti e credibili, ma tutto questo vale anche  per  tutti gli altri giocatori italiani e no.  In  una situazione intricata e apparentemente senza molte possibili vie di uscite, il ricorso a Corzo potrebbe far pensare, erroneamente, all’arrivo di un  deus ex machina:  è fondamentale non interpretarlo così, ma vederlo solo come un forte aiuto alla causa azzurra.
Del resto dobbiamo essere  pazienti e  capaci di programmare: per raggiungere sport di squadra come il rugby, dove gli atleti sono legati alla Nazionale con un contratto vero e proprio, ci vorrà molto tempo e lavoro, anche e soprattutto da parte della FIGH  che dovrebbe muoversi, con grande solerzia, alla ricerca di sponsorizzazioni per tutte le sue selezioni.

P: A che punto sono le pratiche per la cittadinanza del centrale cubano?
D: Il fascicolo è pronto e l’operazione è in dirittura d’arrivo. Non so dire, però, se per la sua cittadinanza c’è  stato un interessamento anche della FIGH,  oltre a quello, certo, del Conversano, club dove milita.

P: In conclusione, quando potrebbe iniziare a giocare con l’Italia?
D: Presa la cittadinanza, bisogna prendere in riferimento le regole della Federazione Internazionale, e vedere quanto tempo deve trascorrere tra l’ultima partita con Cuba e quella con la nuova maglia. L’ultimo match da lui disputato con Cuba risale al Luglio 2007, nel corso dei Panamericani di Rio. Credo che,  anche qualora dovesse diventare subito italiano, non potrà far parte della truppa per i Giochi del Mediterraneo.

di Matteo Aldamonte

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