Euro 2010, così la seconda fase

L’Europa ha scelto. Le Fantastiche Quattro che, fra sabato e domenica, si contenderanno lo scettro continentale alla Messecenter Arena di Herning, nello Jutland, sono Danimarca, Norvegia, Svezia e Romania. Verdetto senza appello per noi ‘occidentali’: i passati exploit delle varie Francia, Spagna, Germania sono un ricordo, la zona-medaglie torna affare dell’est Europa e delle potenze vichinghe, con la Romania che ha i numeri per rovinare la grande festa scandinava.

La Danimarca padrona di casa, è stata anche padrona delle due fasi fin qui disputate tra le mura amiche. Dopo il Gigantium di Aalborg, la ancor più gigantesca Messecenter Arena di Herning, con i suoi oltre dodicimila spettatori-tifosi, ha vibrato per le gesta delle ragazze di Jan Pytlick.

Forse fin troppo: persino qualche alto papavero dell’EHF ha storto il naso a vedere – e soprattutto sentire – l’accoglienza riservata alle squadre avversarie dai danesi (gente ‘fredda’ e poco incline alle passioni, secondo la vulgata popolare) in versione commando ultrà, con sonanti fischi ad accompagnare le azione avversarie quasi dal primo all’ultimo istante di gioco. Poco raffinato, ma forse neppure così scandaloso, anche se in certe occasioni (rivali fischiati sul +11 per la Danimarca a pochi minuti da fine match, e stesso sottofondo pure nell’ininfluente sfida contro il Montenegro…) si è rasentato il ridicolo. Tanto che lo ‘scandalizzato’ signore dell’EHF di cui sopra ha paragonato la folla di Herning alle caldissime tifoserie balcaniche. Qualcuno ha pure gradito; altri, piuttosto suscettibili, si sono sentiti offesi (sia in Danimarca che nei Balcani).

Ogni discussione ‘etica’ sui ‘Concerti per Fischi in Do Maggiore’ della …’Corale Messecenter Arena’ (in replica tutte le sere, probabilmente fino a Domenica prossima …) rischia comunque di apparire sterile e stucchevole. Ognuno avrà la sua opinione al riguardo e se la terrà. L’unica cosa certa è che i ‘curvaioli’ danesi hanno fatto la parte dell’ottavo giocatore in campo, e portato sulle ali dell’entusiasmo la loro squadra di vittoria in vittoria, fino al primo posto nel girone, (per nulla) ‘macchiato’ dalla sconfitta per una rete contro il Montenegro, arrivata quando i giochi per la classifica erano fatti. I maligni aggiungono che pure gli arbitri, magari lasciando un po’ troppo mano libera alle locali in fase difensiva, ci abbiano messo lo zampino (come talvolta capita alla squadra di casa nei grandi tornei internazionali…).

Ma a onor del vero le autentiche protagoniste, cui va il merito di aver condotto la Danimarca fino a questo punto, sono proprio loro: le atlete, le giocatrici di un gruppo solido ed efficace, che ha saputo trovare il giusto equilibrio tra vecchie glorie e nuove leve. Se le veterane Rikke Skov e Mette Melgaard comandano un muro difensivo non facile da superare, e Ann Grete Nørgaard è spesso una macchina da gol, a far danni alla porta avversaria ci pensano pure il terzino centrale Lærke Møller, Mie Augustesen all’ala sinistra e Camilla Dalby, terzino destro, con le sue bordate. Tutte e tre ‘ragazze dell’88/89’, membri di una generazione di fenomeni che nelle categorie giovanili non faceva prigionieri, e sta ora cominciando a far valere il suo talento a livello senior. Merito pure di coach Pytlick, bravo ad integrarle nei meccanismi della squadra. Se ai fattori elencati aggiungiamo l’apporto significativo dell’altro terzino destro Line Jørgensen, e soprattutto le parate della rivelazione Karin Mortensen, che sera dopo sera ha zittito gli scettici, possiamo capire perché una squadra partita al massimo con ambizioni da podio adesso pensi legittimamente in grande, sogni la finale e magari una medaglia d’oro vinta facendo un dispetto alle cugine-rivali della Norvegia.

Sarebbe una trama perfetta per loro. Ma non succederà. Oltre a perdere l’infortunata Mie Augustesen (sostituita da Gitte Aaen, sua riserva anche nel Randers) per le prossime sfide, le danesi troveranno lo spauracchio-Norvegia, che negli ultimi anni le ha puntualmente bastonate in ogni scontro diretto, già in una semifinale ad alto rischio eliminazione per le padrone di casa. Peccato, perché dopo aver vinto due gironi farciti di squadre toste, in Danimarca si aspettavano un avversario ‘comodo’ in semifinale, dato che l’altra parte del tabellone risultava più facile.

Ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. E in questo caso si è concretizzato prima a durante la sera di domenica 12, data del derby Norvegia-Svezia. E sotto forma di un virus intestinale accanitosi sulla formazione norvegese, tanto da metterne fuori combattimento in tre, compreso un elemento-chiave quale il pivot Heidi Løke. E da indebolire fisicamente anche giocatrici andate in campo, ma in cattivo stato di forma, tipo il portiere Lunde Haraldsen.

Top