Scinà Palermo verso l’addio – Di Dio: “Lo sport siciliano è in ginocchio”

Scinà PalermoUna squadra che nasce per caso dentro la palestra di una scuola, che porta in poco tempo Palermo in serie A1 e A2 e che, dopo 32 anni di successi, è costretta a fermarsi per mancanza di finanziamenti. È questa la storia senza il lieto fine della squadra di pallamano femminile Scinà. Una delle formazioni più forti della pallamano siciliana, che ancora oggi vanta giocatrici nella nazionale azzurra, lo scorso anno aveva dovuto rinunciare al campionato di massima categoria per mancanza di fondi. E adesso arriva anche l’impossibilità di far parte della serie A2.

A raccontare il triste epilogo è Silvia Di Dio, memoria storica della squadra. Ha allenato le atlete sin da piccole. Ha visto le sue alunne crescere in campo per essere poi convocate in nazionale. Insieme a loro, a quella che ama definire “una piccola famiglia in cui io sono la mamma”, ha deciso con non poca sofferenza di chiudere un’esperienza che resterà nella memoria dello sport della città. «Non ci sono più finanziamenti da parte della Regione. In dieci anni si sono ridotti e negli ultimi tre il taglio è stato drastico – dice Di Dio – Sempre per questo motivo abbiamo rinunciato per due volte alla serie A1. Siamo riuscite ad iscriverci solo nel 2000 e nel 2013. Proprio durante l’ultima esperienza siamo riuscite ad accedere ai play off: un successo per una formazione matricola. Contemporaneamente ci siamo qualificate anche per le competizioni europee”.

Questi successi non sono bastati a recuperare sponsor e a ricevere i finanziamenti pubblici. Così, lo scorso anno, la scelta di retrocedere in A2. «Lo sport siciliano è in ginocchio. A poco a poco tutte le formazioni più importanti spariscono per mancanza di fondi e le squadre siciliane rimaste in A2 sono solo tre. Quindi non abbiamo i soldi necessari per iscriverci e neppure un sufficiente numero di formazioni con cui competere».

Ma nel 1993, anno di esordio in A2, nessuno poteva immaginare una fine dell’attività agonistica a causa del fattore economico. «La lista dei nostri talenti convocati negli anni in nazionale è molto lunga – continua Di Dio – e ancora oggi vantiamo di atlete chiamate ad indossare la maglia azzurra come Laura Oliveri e Miriam Raccuglia. Vichi Romeo, invece, ha vissuto l’esperienza della convocazione per le giovanili».

Un vivaio molto forte, quello della Scinà, ma che non è stato sufficiente per restare in campo. «Per partecipare all’A1 servono almeno 120 mila euro mentre per l’A2 ci occorrerebbe almeno la metà. Una somma che non abbiamo». La Scinà adesso promette di continuare con l’attività giovanile per non far scomparire nei piccoli che hanno già iniziato ad allenarsi la passione per lo sport.

[La Repubblica – Palermo]

5 Comments

  1. pinkhandball said:

    Dai almeno con le giovanili…
    p.s. finchè qualcuno continua ad eleggere gente come Crocetta…. e può solo peggiorare

  2. cucalento said:

    purtroppo(o fortunatamente!) i bei tempi delle Regioni Autonome, i cui generosi contributi “falsavano” il mercato, sono finiti e le società si devono mettere alla ricerca dei privati, cosa sempre difficilissima ma alla quale le società di regioni “non autonome” sono abituate da decenni!!!

  3. Sicilialibera said:

    Fra le quali non dimentichiamoci il Trentino-Alto Adige, il Friuli-Venezia Giulia, la Sardegna…

  4. Sicilia said:

    In Sicilia non ci sono le industrie e i gorssi imprenditori che ti finanziano. L’aiuto della Regione era fondamentale per lo Sport

  5. Air said:

    Non ci sono le industrie e i grossi imprenditori?? Ma dove vivi? Invece di quelle persone serie che s’intascavano i contributi regionali con società fantasma?é uno sport dilettantistico ? continuiamo a fare i dilettanti!!!

Comments are closed.

Top