Gli infortuni nella pallamano…

Injury200Nel cercare di migliorare la metodologia degli allenamenti ho cercato di fare una ricerca sul tipo di infortunio nella pallamano. Sono riuscito a trovare sette squadre, di diverse categorie, che mi hanno fornito il materiale necessario allo studio per un totale di 98 atleti/e. Purtroppo il numero non è altissimo per stilare una statistica ma la collaborazione che ho avuto è questa. Nel futuro spero di aggiornare grazie all’intervento di altre persone. I dati si riferiscono tutti alla stagione 2008/09.

Dei 98 atleti ho riscontrato 33 infortuni, per una una percentuale pari al 33,7%. Molto importante quest’ultima perché ci dice che quasi un terzo degli atleti ha avuto infortuni nell’anno, e dunque questo mi ha portato a continuare lo studio andando nello specifico.

Di questo 33,7% ben il 27% ha subito distorsioni alle caviglie (9 atleti), il 18% stiramenti vari (6 atleti), il 18% lesioni alle ginocchia (6 atleti), il 12% infiammazioni tendinee (4 atleti) e il 6% contratture (2 atleti).

Un altro dato importante potrebbe essere il ruolo dell’atleta che ha subito l’infortunio; allora notiamo che ben 88% delle distorsioni alle caviglie vengono dai terzini, il 66% degli stiramenti sono dall’ala, come il 50% delle lesioni al ginocchio sono dell’ala e il 33% dei terzini. Infine il 75% delle infiammazioni tendinee appartengono all’ala.

Come notiamo, in definitiva, gli infortuni più ricorrenti riguardano i terzini e le ali non si riscontrono percentuali da sottolineare per pivot, centrali e portieri.

Detto questo ritengo opportune alcune migliorie nell’allenamento: la prima riguarda il rafforzamento delle caviglie con degli esercizi propriocettivi adeguati. Allego, in merito, un esempio di Roberto Benis, Prep. Atletico Radio105 Foppapedretti Bergamo – Laureato in Scienze motorie e Staps Massofisioterapista, che spiega molto bene il problema e suggerisce di inserire nel riscaldamento gli esercizi. Inoltre inserisco anche un articolo sulla prevenzione degli stiramenti e strappi molto interessante visto che questi sono la seconda causa più alta di infortuni.

Prevenire gli strappi muscolari

di Gianfranco Di Mare
Performance Engineer

Continuiamo ad occuparci delle qualità della fibra muscolare in relazione alla possibilità di essere vittime di stiramenti muscolari o strappi. Teniamo sempre presenti le condizioni predisponenti di cui abbiamo detto.

Da un punto di vista un po’ più meccanico, l’equilibrio dello sviluppo muscolare costituisce un aspetto importante. Soprattutto tra muscoli antagonisti.

Si chiamano muscoli antagonisti quelli che svolgono funzioni di movimento reciprocamente opposto. Se consideriamo un muscolo che compie un certo movimento come agonista (cioè quello che agisce), i muscoli che compiono il movimento opposto saranno i suoi antagonisti. Naturalmente ogni muscolo può essere agonista o antagonista, a seconda dei casi.

Il discorso è un po’ più articolato e affascinante, e ci torneremo senza’altro. Per il momento vorrei limitarmi ad osservare che l’antagonismo muscolare, lungi dall’essere una lotta a chi… tira di più, è uno dei più raffinati esempi di coordinazione e cooperazione che possiamo vedere in natura. Contrazioni e rilassamenti, traiettorie e vettori di forza tra gruppi muscolari ci consentono di esprimere movimenti fluidi, potenti, efficaci, accurati.

Al fine di ottimizzare il nostro movimento è opportuno che gruppi di muscoli antagonisti abbiamo caratteristiche similari o compatibili. Una differenza troppo grande in termini di forza, allungabilità o velocità richiede una coordinazione maggiore da parte del sistema nervoso centrale, riduce la prestazione ed aumenta la possibilità di incappare in un errore di gestione che può produrre uno stiramento, o uno strappo.

Questa è una delle ragioni per cui gli atleti (bodybuilder esclusi) non dovrebbero utilizzare esercizi di potenziamento monoarticolari (soprattutto per la forza veloce): è opportuno che tutti i gruppi muscolari coinvolti in un movimento ricevano stimoli allenanti di qualità simile, e che imparino a coordinarsi. Approfondiremo questi aspetti quanto riparleremo dell’antagonismo muscolare: restate in zona.

Abbiamo già parlato di alcune condizioni predisponenti che possono contribuire all’insorgenza di uno stiramento o di uno strappo muscolare. Senza fare inutili ripetizioni la prima, ovvia considerazione è che intervenendo sulle condizioni che dipendono da noi ridurremo statisticamente la frequenza di incidenti.

Se fate atleticamente sul serio può essere dunque utile avere delle attenzioni particolari:

  • Tenete d’occhio regolarmente le vostre condizioni di salute generali anche nei settori apparentemente poco legati alla performance. Anche una carie può aumentare la probabilità di incidenti muscolari.
  • Imparate ad ascoltare le vostre condizioni del momento; il riscaldamento serve anche a fare un auto-checkup in tempo reale. Ma questo tipo di controllo si può fare anche in pochi secondi, una volta che si abbia l’esperienza necessaria. Un atleta evoluto sa sempre come sta ogni sua parte impegnata in uno sforzo. Il modo migliore per arrivare a questa sensibilità è riscaldarsi bene, approfonditamente e con la voglia di ascoltarsi e scoprirsi: questo condurrà ad una sensibilità del tutto spontanea.
  • Fate sempre seguire al riscaldamento generale un riscaldamento più specifico.

Degli aspetti legati alla qualità della muscolatura ci occuperemo la prossima volta.

Per finire un’altra percentuale molta interessante è il 18% delle lesioni al ginocchio, ma qui purtroppo penso che la fatalità sia molto più protagonista dell’allenamento, tenendo sempre presente che allenarsi bene è importante e già cosi si possono eliminare molti infortuni.

Documentazione Utile

A cura di:
Andrea Dei (Allenatore di Pallamano – 2° livello)

Un ringraziamento per la collaborazione: Lino Alberto Soleti (Allenatore Cosenza, A2M), Allesandro Bocedi (Fisioterapista AlPi Prato, A1M), Franco Toccafondi (Allenatore e General Manager Tavarnelle, A2M), Simone Dei ( Allenatore Fiorentina Handball, BM), Vincenzo Malatino (Allenatore Grosseto BM), Filippo Cambi (Allenatore Firenze La Torre BM), Ernani Savini (Allenatore Brixen A2F)

2 Comments

  1. orbo said:

    in poche parole…..meglio lasciar stare il ruolo dell’ala…hehe

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