DUE MINUTI A… Marcello Montalto: “Stabellini mio successore, ma i giovani faticano a emergere”

Montalto1Dici Marcello Montalto e pensi subito al Bologna e alla sua storia. Classe 1976, il terzino sinistro degli emiliani è tutt’ora il giocatore più rappresentativo della squadra di Beppe Tedesco. “PallamanoItalia” l’ha incontrato per realizzare un ritratto a tutto tondo del campione: dalle difficoltà incontrate ad allenare i giovani alle occasioni perdute in Europa.

PALLAMANOITALIA: A 38 anni sei ancora il trascinatore del Bologna. Stai attraversando una seconda giovinezza?
MARCELLO MONTALTO:
“Da un lato sì, dall’altro la mia situazione rispecchia il livello della pallamano italiana. Se un “vecchietto” come me riesce ancora a fare la differenza nella massima serie, significa che i giovani fanno molta fatica ad emergere. Sono felice di giocare a Bologna e mi piace ciò che faccio, ma devo ammettere che, tra i giovani, manca la mentalità giusta”.

P: Giocare a Bologna è, evidentemente, una tua scelta di vita. Com’è il tuo rapporto con i più giovani? Hai già individuato un tuo successore?
M:
“Con i più giovani il rapporto è ottimo, in quanto mi sento parte del gruppo. Tuttavia, quando lo scorso anno occupavo il doppio ruolo di allenatore-giocatore, ho incontrato parecchie difficoltà. Generalmente i giovani non concepiscono più la pallamano come una volta: io ho vissuto questo sport da professionista, mentre i giovani attuali lo vivono in un’ottica diversa. Come mio successore vedrei bene Stabellini, anche se deve crescere molto, soprattutto sul piano della concentrazione”.

Montalto_esternoP: Parliamo di un argomento difficile da trattare: l’infortunio. Come se ne esce?
M: “Mi sono infortunato al crociato giocando per la Nazionale e sono ritornato in campo in soli tre mesi. Molti mi dicevano che ero matto e che non ce l’avrei mai fatta a scendere sul parquet in breve tempo. Per me, volere è potere: mi sono allenato ed impegnato tantissimo, perché vivevo con il terrore di non riuscire più a giocare a pallamano”.

P: Hai giocato spesso in Europa. Com’è cambiata la pallamano europea negli ultimi anni? Hai avuto la possibilità di trasferirti all’estero?
M: “Il livello è salito notevolmente. Oggi si presta maggiore attenzione al particolare, al tipo di lavoro in palestra, alla velocità. Insomma: sono cambiati tanti aspetti e tutti in positivo. Inoltre c’è anche una visibilità maggiore e i palazzetti sono pieni. Io ho avuto la possibilità di giocare all’estero ma, per motivi familiari, ci ho rinunciato. Col senno di poi avrei potuto accettare ugualmente, tant’è che ho il rammarico di aver detto “no””.

P: A un giovane consiglieresti di lasciare l’Italia?
M: “Certo! E poi non esiste solo la Bundesliga. Il fatto di giocare in una serie o in una lega minore non significa fare un’esperienza negativa, anzi. Alcuni nostri connazionali stanno giocando in Lussemburgo, ad esempio e si trovano bene. Non è indispensabile l’inserimento in una grande realtà”.

P: Il tuo futuro sarà sempre a Bologna?
M: “Penso di sì, anche se non voglio precludermi altre possibilità. Al momento, però, vorrei formarmi qui, attraverso gli insegnamenti di un grande allenatore del calibro di Beppe Tedesco”.

P: Il tuo saluto a “PallamanoItalia”?
M: “Credete sempre in ciò che fate, perché solo così è possibile conseguire l’obiettivo”.

di Francesco Servadio

4 Comments

  1. gavino garau said:

    Marcè in questo sito le rivalità portano a dire e fare battute sugli avversari.Di Montalto sono sicuro che tutti siano daccordo nel dire che èi un campione e un uomo vero ,un esempio per i giovani e un giocatore dalla classe sopraffina.
    ps) ieri non eri all allenamento……guagliò….datti una mossa

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