DUE MINUTI A… Pasquale Maione: “Bozen squadra da battere, Fasano venderà cara la pelle”

IMG_0808È indubbiamente l’atleta-simbolo della pallamano italiana in questo momento. Classe 1982, capitano della Nazionale, Pasquale Maione si appresta a vivere un altro anno da protagonista. È lui il primo ospite della nuova rubrica settimanale di PallamanoItalia dedicata ai protagonisti della nostra pallamano, dal titolo “Due minuti“. Dopo aver conquistato quattro scudetti consecutivi con tre squadre diverse – Conversano e Bozen prima e Junior Fasano poi – , il forte pivot di Villaricca è pronto a sostenere i biancazzurri anche nella stagione appena iniziata.

PALLAMANOITALIA: Giochi nella Junior Fasano per il secondo anno di fila: prevedi di rimanere a Fasano ancora a lungo?
PASQUALE MAIONE: “Questo è il mio desiderio, perché qui mi trovo bene. Nello sport, però, può accadere di tutto, non ci sono mai certezze”.

P: Perché un giovane dovrebbe avvicinarsi alla pallamano?
M:
“Questo è uno sport che ti entra nella “pelle”. A me è successo esattamente così: ho iniziato a giocare all’età di tredici anni, dopo aver praticato diversi sport. Un giorno un mio amico mi aveva proposto di cominciare e da allora non ho mai smesso. La mia prima squadra è stata Casalgrande”.

P: Da capitano della Nazionale: come si diventa leader di una squadra?
M: “La Nazionale è diversa da un club. Milito nella Nazionale maggiore dall’età di diciassette anni. Insieme a Vito Fovio sono, attualmente, l’Azzurro con il maggior numero di presenze. Per conquistare la fascia della Nazionale ci vuole tempo, mentre in un club è necessaria anche una certa dose di personalità”.

P: Sei uno dei pochi giocatori italiani con esperienze in squadre europee. Come ci considera l’Europa?
M: “Negli ultimi anni stiamo compiendo progressi notevoli. Una volta in Europa ci guardavano “male”, ora stiamo facendo cambiare idea alle altre Nazioni. I ragazzi che militano in Lussemburgo (Volpi e Marrochi ndr), ad esempio, si stanno comportando veramente bene. Avrei dovuto giocare anch’io con loro, ma la mia esperienza è terminata subito, in quanto non era la scelta ideale per me. Non provo né rimorsi, né serbo rancore”.

DSC_0171P: Qual è il portiere che non vorresti mai incontrare?
M: “Ho sfidato portieri molto forti. Diciamo che sarebbe un onore, per me, affrontare un grande come Thierry Omeyer. Ho affrontato portieroni croati e spagnoli, lui non ancora. Mi farebbe piacere incontrarlo, anche se, ovviamente, non sarebbe semplice fargli gol”.

P: Com’è la vita di un pallamanista?
M: “Ho la fortuna di essere uno dei pochi giocatori italiani professionisti, perciò dispongo di parecchio tempo libero. Normalmente mi divido tra allenamenti con i compagni e sessioni in palestra. Per chi studia o lavora è difficile conciliare i propri impegni con la pallamano. Molti ragazzi che arrivano in Nazionale devono organizzarsi. Per arrivare al professionismo è necessario partire dal “basso”, per crescere anno dopo anno”.

P: Ti ispiri a un giocatore in particolare?
M: “All’inizio della carriera mi ispiravo a Rolando Urìos, pivot cubano che ha militato a lungo in Spagna. Era lui il mio idolo. Me l’hanno presentato proprio quando giocavo in Spagna”.

P: Chi vincerà lo Scudetto?
M: “La squadra da battere è il Bozen, che in estate si è pure rinforzata. Noi, però, abbiamo lo Scudetto sul petto e venderemo cara la pelle. Non sarà facile scucircelo di dosso”.

Grazie a Pasquale Maione, con “Due Minuti” l’appuntamento è per la settimana prossima!

di Francesco Servadio

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3 Comments

  1. Trekking said:

    Che dire: e’ sempre un piacere vederti giocare e leggere le tue interviste. Un plauso alla redazione per questa nuova iniziativa.

  2. Handballmania said:

    Vero un plauso a pallamano Italia che punta sul vivo dalla concorrenza ha dato nuova linfa al suo movimento. Bene bene.
    Un appunto a Maio (che ce ne vorrebbero 100 in Italia)… Ok che il ruolo del pivot e’ un ruolo “pesante” però visto che sei un vero professionista noi vogliamo il six pack!

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