Alla scoperta dell’Iran, tanti giovani e tanta voglia di stupire

Iran giocatoriAppena sono arrivati a Chieti hanno chiesto al personale dell’albergo di togliere dal menù la carne di maiale. La Nazionale iraniana di pallamano maschile è in città per partecipare al training camp organizzato dalla federazione italiana e disputare tre amichevoli con la squadra azzurra. Ventisette iraniani, tra giocatori, staff tecnico e dirigenti, alloggiano in un hotel di Chieti scalo. Non erano mai stati in Italia. Sono tutti musulmani e praticanti del Ramadan. Alcuni di loro spiegano che digiunare è un’abitudine e che il corpo non ne risente più di tanto. Tolta la carne di maiale, che i musulmani non mangiano, i giocatori iraniani apprezzano la cucina italiana. Alloggiano vicino al palazzetto dello sport di Santa Filomena e non hanno avuto ancora modo di visitare la città, ma hanno promesso che faranno un giro in centro prima di andare via.

La squadra iraniana è giovanissima, ha un’età media di 24 anni, ma è già entrata nella storia. Sì, perché per la prima volta l’Iran è tra le 24 squadre che parteciperanno ai campionati del mondo in Qatar (dal 17 gennaio al 1 febbraio). Questa Iran, allenata dai coach Alireza Habibi e Erceg Milovan, è la migliore di tutti i tempi. In squadra ci sono solo tre giocatori professionisti che giocano in Europa, nel campionato ungherese: il pivot Seyedalireza Mousavighalehmirzamani, il terzino Saied Pourghasemi e il portiere Mohsen Babasafari Renani che partecipa alla EHF Cup (l’Europa League della pallamano). Gli altri Iran inizio partitasono semi-professionisti nel senso che, oltre alla pallamano, si dedicano anche ad altro. E molti di loro sono studenti universitari. Studiano perché dicono che, una volta terminata l’attività agonistica, bisogna guardarsi intorno e cercare un lavoro. Nel frattempo, però, lo stipendio che percepiscono li fa vivere tranquilli: ogni giocatore della nazionale iraniana guadagna dai 4mila agli 8mila dollari al mese.

In Iran lo sport principale è il calcio, ma la pallamano è in crescita e attira molti ragazzi. Alcuni dati affermano che negli ultimi anni il numero di iscritti ai corsi di pallamano è aumentato e oggi l’handball è il quarto sport più praticato nel paese. Il campionato asiatico è seguito, ma deve ancora crescere. Nella delegazione dell’Iran c’è anche un pezzo di Abruzzo. Il vice presidente della federazione iraniana, Dawud Tawakoli, ha studiato management dello sport all’università dell’Aquila nell’ambito del progetto culturale Erasmus. Tawakoli è anche membro della commissione arbitrale della federazione internazionale di handball e a Chieti ha tenuto un corso per arbitri di pallamano di serie A.

Lui è l’unico che parla italiano, gli altri masticano solo l’inglese, afferma di essere soddisfatto della trasferta italiana, di cui l’Iran è onorato, e di aver trovato a Chieti ottime strutture per preparare un evento come i Mondiali. Domani è in programma l’ultimo match, sempre al Pala Santa Filomena con fischio d’inizio fissato alle ore 19.30. Poi l’Iran farà i bagagli, saluterà Chieti e partirà per il Qatar per scrivere la storia.

di Giammarco Giardini

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5 Comments

  1. carmelino said:

    “Ogni giocatore guadagna dai 4mila agli 8mila dollari al mese”, da semi professionisti in un paese povero.
    Ancora ci chiediamo qual è il nostro problema???????

  2. @carmelino said:

    Definire paese povero un produttore di petrolio detto anche oro nero mi sembra quantomeno illogico. Mantenere un apparato come quello nostrano è tutto un altro paio di maniche. Domandina di riserva: chi sono i poveri ?

  3. girl said:

    I poveri siamo NOI…sia economicamente sia tecnicamente ……

  4. carmelino said:

    Reddito nazionale lordo pro capite 2012: Iran 7.100 dollari, Italia 10.900, in pienissima crisi quasi quattromila dollari a testa all’anno in più e loro hanno il petrolio (fonte: F.M.I.)

  5. girl said:

    Carme lino dimentichi (e anche fmi non tiene conto) che il reddito pro capite lordo della pallamano e’ 1000 ( quasi 6000 in meno dell Iran) :) :)

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